Oggi stavo facendo un "censimento" dei servizi Cloud che utilizzo (e eventualmente pago) per la mia sfera privata o a supporto del mio digital lifestyle e devo dire che sono ormai parecchi. Parliamo di mail, musica, foto, storage generico, backup che ormai risiedono nella nuvola e che ormai do assolutamente per scontato.
Come potrei tornare indietro oggi? Beh sarebbe un po' dura, dovrei dotarmi di un bel po' di hard-disk e di pazienza per far atterrare in locale tutti miei beni digitali che sono in Cloud. Ma poi perché dovrei farlo? Perché rinunciare alla comodità di non dover dipendere da sistemi (storage e applicazioni) che devo acquisire e mantenere io, come se fossi un IT Department di me stesso?
Penso che le stesse domande e le medesime riflessioni si possano applicare anche al mondo enterprise, anche se la scala e la complessità sono sicuramente diverse.
Pensiamo un attimo al termine Cloud e a quanto si presti ad interpretazioni diverse a seconda dei vari attori nel mondo ICT. Per alcuni vuol dire, ad esempio, spostare data center interi su servizi IaaS (Infrastructure as a Service) come MS Azure o Amazon AWS, per altri vuol dire offrire invece applicazioni con una logica pay-per-use con tempi di setup molto limitati o nulli.
Per me, un'azienda che decide di adottare un approccio Cloud-based, vuol dire che decide di utilizzare risorse di tipo ICT (che si tratti di servizi, applicazioni, apparati o quant'altro) in una logica flessibile, basata sul fatto di riuscire a poter utilizzare rapidamente tali risorse una volta deciso di utilizzarle e anche di poter smetterle di utilizzare quando preferisce con costi ridotti. E ovviamente, di non doversi occupare, nel periodo di utilizzo, della gestione e manutenzione di tali risorse. Se questi servizi poi sono offerti da soggetti esterni all'azienda, magari ognuno specializzato in un servizio o un applicazione specifica, parliamo di public cloud. Se invece è l'azienda stessa che decide di fornire servizi ICT con la logica flessibile di cui sopra, siamo davanti ad un private cloud.
Ma se andiamo oltre le definizioni e ci ricolleghiamo al discorso iniziale, di cosa rappresenta il cloud anche nella sfera privata, quello che a me viene in mente è il concetto di semplificare l'adozione di tecnologia nelle aziende, cercando di diminuire l'intervallo di tempo tra il momento in cui si decide di adottare una nuova tecnologia e il momento in cui tale tecnologia inizia ad essere utilizzata in maniera efficace dagli utenti e quindi inizi a generare un ritorno sull'investimento effettuato.
E' innegabile che i moderni software e servizi ICT siano facili da utilizzare per gli utenti finali, parliamo infatti di web application, client e app che sono immediate da utilizzare. Ma a volte c'è una complessità del back-end che non è banale da gestire, soprattutto se bisogna acquisire competenze nuove, che porta ritardi nella fase di implementazione e poi difficoltà nella gestione, con ripercussioni sull'eseguibilità del servizio stesso.
Perché quindi non lasciare tutta questa complessità alle nostre spalle e farla gestire agli esperti che hanno creato il servizio o l'applicazione?
Perché invece di pensare a quale impatto una nuova tecnologia può avere sull'infrastruttura ICT attuale (perché deve essere implementata o poi gestita) non pensare solamente a quali benefici può avere sui processi di business?
Perché rinunciare a qualcosa di innovativo, perché magari non si hanno le skills per gestirlo efficacemente, quando questa attività può essere effettuata direttamente dal vendor con SLA e manutenzione garantita?
Penso poi a tecnologie particolarmente raffinate, come il Cloud Analytics, che permette di integrare tecniche analitiche avanzate, come ad esempio il Machine Learning, in applicazioni e sistemi utilizzando un approccio SOA. E' un approccio decisamente innovativo che permette un'iniezione di intelligenza analitica sia in applicazioni nuove che in quelle già esistenti, con un impatto limitato perché tutta la tecnologia analitica è sul cloud con tempi praticamente nulli per la messa in opera, un'integrazione facile grazie alla tecnologia dei Web Services e flessibilità nei costi perché molto spesso il modello utilizzato è il pay-per-use.
In SAS sappiamo che il Cloud è ormai il modello di riferimento per l'utilizzo di tecnologia ICT nelle aziende, per questo abbiamo pensato non solo ad una nuova architettura completamente orientata al cloud come SAS Viya che è stata annunciata quest'anno al SAS Global Forum, ma anche ad una serie di servizi e risorse dedicate a che vuole iniziare a utilizzare prodotti e soluzioni SAS sul Cloud, con il modello di servizio che preferisce.